“Treeconomics”: come gli alberi lungo le strade possono salvare le nostre città
20nov2015
(Articolo pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian, tradotto da Studio di Arboricoltura).
Rustlings Road è il nome di una strada di Sheffield (South Yorkshire, Inghilterra, Regno Unito) fiancheggiata da tigli secolari e non poteva esserci nome più adatto (“strada dei fruscii”): le fruscianti foglie dei tigli si tingono di colore verde brillante in primavera, di ombre fredde e maculate in estate e si illuminano di giallo brillante in autunno. Il Consiglio comunale di Sheffield, però, intende potare gli alberi lungo la strada e la disputa sull’abbattimento di 11 tigli si è trasformata in una vera e propria campagna che ha coinvolto tutta la città: ben oltre 10.000 persone chiedono al Consiglio di fermare l’abbattimento degli alberi che costeggiano la strada. Per di più si è aperto un ampio dibattito sui benefici che apportano realmente tutti i 36.000 alberi lungo le strade di quella che sostiene di essere la città industriale più boscata dell’Europa occidentale.
Questo braccio di ferro è la chiara dimostrazione di quanto gli alberi cittadini siano preziosi e allo stesso tempo di quanto siano a rischio; afflitti da malattie e assediati da false pubblicità di agenzie assicurative, essi vengono abbattuti con fin troppa facilità dalle autorità locali a corto di fondi che ne vedono esclusivamente il potenziale costo e non il loro insostituibile contributo al clima, alla salute pubblica o alla ricchezza di una città.
Da quando Roger Ulrich ha scoperto nel 1984 che il recupero dei pazienti ospedalieri sottoposti a interventi chirurgici sembra essere più rapido quando la loro camera di affaccia su un’area verde, una quantità sempre maggiore di prove e studi scientifici hanno dimostrato i benefici sulla salute (e sul portafoglio) derivanti dalla presenza degli alberi in città.
A Toronto, i ricercatori hanno recentemente scoperto che le persone che vivono su strade alberate presentano benefici per la salute pari ad essere sette anni più giovani o a ricevere un aumento di salario di $ 10.000. Oltre a ottenere risultati che rivelano benefici praticamente su tutto (da un miglioramento della salute mentale alla riduzione dell’asma), gli scienziati statunitensi hanno anche identificato una correlazione tra l’aumento di copertura arborea e un minor numero di neonati con basso peso corporeo. E gli studi economici mostrano esattamente ciò in cui qualsiasi agente immobiliare crede ciecamente: le case su vie alberate si vendono più facilmente.
Gli alberi lungo le strade di Portland (Oregon) hanno prodotto un aumento dei prezzi delle case pari a 1,35 miliardi di dollari, aumentando potenzialmente le entrate fiscali annuali sugli immobili di 15,3 milioni di dollari.
Nonostante il convincente supporto scientifico a favore delle aree verdi urbane, gli alberi sulle strade britanniche sono a rischio a causa della mancanza di un dipartimento governativo o organismo nazionale che se ne occupi (a differenza dei boschi di proprietà del Governo, i quali sono gestiti dalla Commissione forestale). Gli alberi urbani sono in balia dei consigli locali a corto di fondi e di un’accozzaglia di agenzie, dalle cooperative edilizie ai gestori delle autostrade, le quali potrebbero facilmente trascurare il loro vero valore. Ma da quando i residenti di Sheffield difendono disperatamente i loro alberi secolari, alcuni Consigli comunali sembrano aver colto il valore della loro foresta urbana.
Il mese scorso, a Brighton, alcuni esperti di alberi provenienti da tutta Europa si sono riuniti per chiedere di conferire a una delle attrazioni meno riconosciute della città lo status di Patrimonio Mondiale: la popolazione di olmi secolari unica nel suo genere, che è riuscita a sopravvivere alla Grafiosi dell’olmo che ha distrutto la maggior parte della specie negli anni ’70.
Il sindaco di Londra, Boris Johnson, ha piantato in sette anni 20.000 alberi lungo le strade della città, ma questo risultato, tanto elogiato dagli esperti di alberi, è messo in ombra da quello ottenuto dal sindaco di Toronto, John Tory, che ha piantato 40.000 alberi dopo la sua vittoria elettorale lo scorso dicembre e ne ha promessi 3,8 milioni per il prossimo decennio.
Gli alberi cittadini adesso vengono mappati con una nuova accuratezza, che mostra chiaramente l’abbondanza di specie diverse lungo i viali di tutto il mondo: da New York e Washington al London Borough of Southwark.
A Londra, un’indagine innovativa rivelerà il valore economico della “foresta urbana” della capitale: 8 milioni di alberi, secondo le stime. Una suite di software open-source sviluppata negli Stati Uniti, chiamata i-Tree, mappa gli alberi di una città e calcola il valore finanziario dei “servizi ecosistemici” da essi forniti. Nonostante gli alberi lungo le strade rappresentino il marchio verde visibile di una città, il 70% della “foresta urbana” si trova in realtà in giardini privati e luoghi come rilevati ferroviari, cimiteri e campi da golf.
i-Tree li misura e, soprattutto, calcola la copertura arborea. A tutto quindi viene dato un valore finanziario veritiero basato su: immagazzinamento di carbonio, rimozione dell’inquinamento atmosferico, trattenimento dell’acqua piovana (che può quindi evaporare nuovamente piuttosto che scomparire in scarichi e fogne) e miglioramento delle temperature estreme. Gli alberi che affiancano gli edifici riducono l’uso di aria condizionata in estate e le spese di riscaldamento in inverno: piccoli effetti che diventano estremamente preziosi, specialmente in una grande città.
Il software è stato distribuito nelle città europee, tra cui Edimburgo, Barcellona e Strasburgo. Torbay (Devon) è stata la prima comunità britannica a testarlo: il resort English Riviera, famoso per le sue palme, ha scoperto che i suoi alberi (per lo più frassini) immagazzinano 98.000 tonnellate di carbonio e rimuovono 50 tonnellate di inquinamento atmosferico ogni anno, l’equivalente di quello emesso da 52.000 auto familiari fuori strada.
i-Tree ha mostrato che l’immagazzinamento del carbonio degli alberi di Torbay vale 1,5 milioni di sterline, la rimozione di inquinamento atmosferico altri 1,3 milioni di sterline mentre il costo per abbatterli sarebbe di 280 milioni di sterline. Questi dati hanno aiutato il funzionario forestale del Consiglio a ottenere più finanziamenti per la piantagione e per la manutenzione degli alberi.
Jake Tibbetts, un membro del comitato della London Tree Officers’ Association, ha guidato le indagini di i-Tree in tutta Londra, facendo uso di volontari per ridurre i costi (un’indagine in genere costa tra le 30.000 le 50.000 sterline, secondo Treeconomics, l’impresa sociale che ha portato i-Tree in Gran Bretagna). “Una delle cose buone degli alberi è che le persone vi sono affezionate. Se stessimo facendo un’indagine sui lampioni e sui dissuasori sarebbe molto più difficile trovare volontari”, dice Tibbetts. Le indagini hanno rivelato qualcosa di sorprendente: uno degli alberi più comuni nel centro di Londra è, in realtà, il melo, nei giardini privati.
Tibbets afferma: “i-Tree è una reale opportunità per effettuare, finalmente, una valutazione della risorsa alberi a Londra. D’altronde tutti comprendono il significato del valore finanziario”. L’indagine non è del tutto completa, non tiene conto dei benefici per la salute mentale o fisica, ad esempio, o del valore culturale degli alberi, ma Tibbetts si augura che possa comunque aumentare la consapevolezza del “rischio significativo” cui la foresta urbana di Londra va incontro.
“Le richieste di indennizzi (per le radici che causano cedimenti degli edifici o marciapiedi irregolari che portano a incidenti) sono un grande rischio finanziario per le autorità locali, ma per le foreste urbane la minaccia principale è rappresentata dallo sviluppo e dal compiacimento”, sostiene Tibbetts. “Crediamo di provenire da una terra verde e piacevole, con un’infinità di alberi e dunque, quando i costruttori rimuovono due alberi, pensiamo che ce ne siano tantissimi altri ancora”.
I risultati di i-Tree su Londra saranno pubblicati in autunno e dimostreranno non solo che gli alberi della capitale sono una vera e propria infrastruttura multimilionaria ma che la città ha un problema: la sua “dipendenza” (intesa come termini percentuali sul resto degli alberi) dai Platani. Questi giganti maestosi offrono ai visitatori di Westminster e della City momenti piacevoli e svolgono anche un ruolo pratico di vitale importanza. Durante la recente ondata di caldo, Tibbetts ha registrato le temperature sulle strade di Londra scoprendo che queste erano inferiori di 10 °C all’ombra dei grandi platani, rispetto alla strada non coperta. “Ciò rappresenterà un fattore di enorme rilevanza quando le temperature aumenteranno a causa del cambiamento climatico”, dice Tibbetts. “Gli alberi sono un mezzo economico per rendere la città un luogo confortevole dove vivere e lavorare”. Secondo Kenton Rogers di Treeconomics, la percentuale di alberi di una sola specie lungo una stessa strada non dovrebbe superare il 10%. Un’indagine di Treeconomics ha rilevato che il 30% degli alberi del quartiere Victoria sono Platani e sono talmente grandi che forniscono il 60% dei servizi ecosistemici dell’intera zona di business improvement londinese. “Con i cambiamenti climatici e la globalizzazione di parassiti e malattie, Londra è un po’ più vulnerabile rispetto a luoghi con un treescape diversificato”, sostiene Rogers.
Una malattia che causa l’avvizzimento dei Platani ha colpito migliaia di alberi secolari in Francia e adesso ha iniziato a diffondersi verso nord, fino a Lille. Se dovesse attraversare la Manica trasformerebbe la capitale. In ogni caso, i Platani vecchi dovranno essere sostituiti prima o poi.
Lo studio di Rogers su Victoria ha riscontrato che la maggior parte degli alberi vengono sostituiti con specie che non raggiungeranno la stessa grandezza e dunque non potranno mai svolgere servizi preziosi quanto quelli dei grandi Platani.
Keith Sacre di Barcham Trees, il più grande vivaio in Europa, che fornisce più di 60.000 alberi ogni anno, sostiene che gli alberi da essi venduti per essere posti sulle strade dei quartieri londinesi sono alti 3,5 m e hanno una circonferenza di 14 centimetri. Si calcola che per replicare la superficie fogliare di un solo platano vecchio sul lungofiume, si dovrebbero piantare 60 nuovi alberi. “La sostituzione uno a uno è da pazzi”, dice. “La piantagione deve essere lenta, costante, programmata e ben assistita. C’è bisogno di un impegno a lungo termine, volto a riconoscere che gli alberi sono un vero e proprio bene”.
Purtroppo, la sostituzione di vecchi alberi con piccole specie ornamentali è ormai una tendenza in molte città e porta alla creazione dei cosiddetti “paesaggi lecca-lecca”, come sostiene Mark Johnston, autore di “Trees in Towns and Cities”. “Le autorità locali stanno riducendo le spese sulla manutenzione e gestione degli alberi e pertanto i funzionari forestali sono riluttanti alla piantagione di grandi alberi. Sceglieranno di piantare piccoli alberi lecca-lecca che non contribuiscono molto al paesaggio e non offrono molto in termini di servizi ecosistemici”.
Questo, dicono i residenti di Sheffield, è esattamente ciò che sta accadendo nella loro città. Ian Rotherham, professore di geografia ambientale alla Sheffield Hallam, sostiene che la rimozione degli alberi lungo le strade sia la conseguenza di quasi un decennio di austerità. “I grandi distretti metropolitani sono stati gravemente svantaggiati dalla coalizione e dalla riduzione, da parte dell’attuale governo, della quantità di denaro che ricevono pro capite. La soluzione ai grossi tagli è stato il partenariato tra pubblico e privato”, afferma. Nel 2012 a Sheffield, il consiglio comunale ha firmato un contratto di PPP per 25 anni con Amey, cui ha affidato la gestione e il miglioramento delle strade, comprese le aree verdi. Rotherham e altri attivisti sostengono che la rimozione da parte di Amey di vecchi alberi urbani avvenga solo perché si tratta della soluzione più economica, per ridurre al minimo i costi di potatura e i danni a marciapiedi. Ma le richieste di informazioni circa i costi di rimozione degli alberi sono state condannate al “segreto commerciale”, citato dal consiglio e dai suoi appaltatori. “Senza alcuna consapevolezza né tanto meno alcuna consultazione pubblica, ci siamo ritrovati bloccati in questa situazione in cui la nostra infrastruttura verde è stata vincolata a un accordo per 25 anni, accordo in cui le persone locali non hanno voce in capitolo”, dice Rotherham.
Terry Fox, membro del gabinetto per l’ambiente e i trasporti al consiglio comunale di Sheffield, dice che affermare che la rimozione di alberi secolari sia l’opzione più economica è un “mito”. Il consiglio sostiene che non può rivelare il costo comparativo della rimozione e della manutenzione perché paga un solo canone annuale per tutti i servizi forniti secondo contratto, tra cui la manutenzione degli alberi. “Sheffield è la città più verde del Regno Unito, con oltre due milioni di alberi, quattro per ogni persona, e tutti ne siamo molto orgogliosi. Inoltre, per aiutare a preservare il nostro status verde abbiamo piantato nell’ultimo anno 50.000 alberi, creando 17 nuovi boschi”, dice Fox in un comunicato. “Lo sradicamento di un albero è l’ultima spiaggia. Consideriamo sempre tutte le opzioni valide disponibili prima di arrivare a tanto”.
Nel 2007, un’indagine ha permesso di scoprire che il 75% degli alberi lungo le strade di Sheffield si avvicinava alla fine del ciclo di vita naturale. La politica di gestione forestale del consiglio è quella di sradicare e sostituire gli alberi che sono pericolosi, morti, morenti, malati e dannosi per la strada o il marciapiede, o che sono causa di “discriminazione”. Con questo termine, il consiglio si riferisce ai luoghi in cui le radici danneggiano i marciapiedi e, potenzialmente, ostacolano i residenti disabili o ipovedenti. Su Rustlings Road, però, gli attivisti hanno filmato due scooter per disabili che viaggiavano fianco a fianco, passando tranquillamente lungo il marciapiede sotto gli alberi “discriminatori” destinati ad essere sradicati. “Abbiamo ricevuto anche un paio di “D” (da “dangerous”, pericoloso), dice il residente Louise Wilcockson. “Pensiamo che la risposta del Consiglio sia sproporzionata e che dovrebbe saper discernere in maniera più professionale se un albero sia effettivamente “pericoloso” oppure no”.
Il consiglio comunale di Sheffield ha indetto un “forum sugli alberi” per il prossimo marzo, dedicato agli esperti e ai residenti, in cui si discuteranno i piani per attuare strategie favorevoli agli alberi cittadini. “Siamo felici, ma quanti alberi verranno abbattuti prima di allora?” dice Wilcockson, che è scettico sul forum. Come dichiara Fox, il forum “consentirà al pubblico di comprendere meglio il nostro approccio alla gestione degli alberi lungo le strade della città”. Inoltre conferma che il consiglio sta ancora pianificando di rimuovere gli 11 tigli su Rustlings Road e sostituirli, oltre che piantare nove alberi aggiuntivi sulla strada.
“Non si tratta di una cosa da niente, bensì di un enorme problema sulla privatizzazione dei servizi degli enti locali”, dice Rotherham, il quale è stato contattato da alcuni residenti di Birmingham, Southampton e Leicester preoccupati perché i rispettivi consigli sono favorevoli alla rimozione dei vecchi alberi. “A Sheffield, il costo è legato alla risorsa albero, al valore del PLC di Sheffield e la gente del posto è veramente, veramente sconvolta. Non dovremmo sminuire tutto ciò. Ormai sappiamo bene che gli alberi rendono le persone più felici e più sane”.
Qui il link all’articolo originale: http://www.theguardian.com/cities/2015/aug/15/treeconomics-street-trees-cities-sheffield-itree