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Pura fantasia!

08nov2015

Molte delle pratiche usate erroneamente nella piantagione, nella gestione e nella potatura degli alberi sono frutto di pura fantasia.
Anche se numerose ricerche scientifiche hanno sfatato molte credenze e pratiche errate nel campo del vivaismo e nella gestione degli alberi, alcune di queste rimangono ancora oggi comunque molto diffuse e seguite, anche nell’esecuzione di interventi su alberate pubbliche.
Da queste credenze e pratiche errate derivano molti dei problemi degli alberi presenti nelle nostre città.
Per la cura e la gestione degli alberi è importante rivolgersi ad un Arboricoltore professionista, che opera sempre sulla base di conoscenze di biologia e di fisiologia degli alberi, di botanica, di norme di sicurezza.

Mito N° 1
Un apparato radicale è l’immagine speculare della corrispondente parte aerea.
estensione_radiciFin da quando, nel 1930, sono iniziati i primi studi sulla struttura degli apparati radicali, i ricercatori hanno rilevato che, a prescindere dalla specie, dal clima o dalla localizzazione geografica, le radici degli alberi crescono fondamentalmente poco in profondità e molto in larghezza.
Le radici sono da una volta e mezzo, fino a quattro volte più ampie della proiezione della chioma e si trovano, generalmente, nei primi 60-80 cm di terreno.
Con l’aumentare della profondità del suolo, diminuisce la densità delle radici, principalmente a causa della diminuzione dei livelli di ossigeno e di umidità. In rari casi le radici possono spingersi più in profondità, ma solo se le condizioni del terreno sono favorevoli.

Mito N° 2
Le buche di piantagione più larghe e profonde della zolla, sono migliori per favorire l’attecchimento dell’albero.
Una pratica molto comune è quella di scavare grandi buche, larghe e profonde, “per favorire lo sviluppo delle radici”. La piantagione troppo profonda è uno dei più frequenti motivi di stress in un albero, a causa dimensioni_buca_impiantodelle condizioni di asfissia delle radici che, pertanto, tendono a crescere verso l’alto. In suoli molto argillosi e poco drenanti, dove non e’ possibile eseguire un drenaggio, è buona norma piantare più superficialmente del solito (~6-10 cm in più) per evitare l’asfissia radicale; la parte della zolla che resterà al di sopra del livello del terreno può essere coperta con terreno fertile e pacciamatura in modo che l’albero risulterà piantato su una piccola cunetta. La posa di ghiaietto o sabbia sul fondo della fossa di piantagione NON SERVE a favorire il drenaggio di terreni di questo tipo! Terriccio e concimi NON si introducono nella buca! (vanno incorporati nel terreno superficiale che verrà esplorato dalle radici….).
La buca di piantagione deve avere profondità pari a circa il 90% della profondità della zolla (intesa come distanza tra le radici superficiali e la base della zolla stessa); deve invece essere più ampia (ALMENO il doppio) della zolla, e con pareti inclinate in modo che l’ampiezza aumenti nella parte più superficiale; l’albero viene così a trovarsi alla stessa profondità che aveva in vivaio.

Mito N° 3
La potatura all’epoca del trapianto bilancia la vegetazione della chioma con l’apparato radicale esistente, riducendo quindi lo shock da trapianto e facilitando l’attecchimento.
Numerosi studi condotti su piante allevate in contenitore ed a radice nuda, hanno mostrato che la rimozione dei germogli e delle giovani foglie al momento del trapianto, riducono la crescita e lo sviluppo di nuove radici.img_0914
Ciò avviene perché con la potatura si riduce la fotosintesi e gli zuccheri che sono necessari alla crescita della radici.
In molte piante i germogli e le giovani foglie producono degli ormoni che stimolano lo sviluppo delle radici e la loro crescita. Rimuovere la vegetazione, riduce la capacità dell’albero di produrre queste sostanze che sono necessarie allo sviluppo dell’apparato radicale.
La potatura in generale stimola la crescita delle singole branche ma ha un effetto globalmente “nanizzante” sulla pianta.

Mito N° 4
I mastici da ferita impermeabilizzano e promuovono una rapida chiusura dei tagli di potatura, proteggendoli dai marciumi e dalla penetrazione di microrganismi dannosi.
La pratica di applicare mastici o vernici sulle ferite, continua ancora, nonostante numerose ricerche abbiano mostrato che questi prodotti non hmasticeanno nessun valore. I mastici, non saldano e non cicatrizzano le ferite e non proteggono gli alberi da funghi, marciumi e altri patogeni, bensì li attirano. Quando viene esposto ai raggi del sole, il rivestimento del taglio spesso si spacca, consentendo all’umidità di entrare e ristagnare nelle sacche che si formano tra il legno e la vernice. Questo crea un perfetto ambiente per lo sviluppo dei patogeni.
In aggiunta, se gli attrezzi da potatura sono contaminati con organismi nocivi come funghi e marciumi, la vernice protettiva li sigilla contro il taglio. Infine i mastici a base di bitume possono essere fitotossici.
Alcuni vivaisti e giardinieri credono che i mastici da ferita non siano necessari sui piccoli tagli ma vadano usati su quelli più grandi di 25 mm di diametro. Tuttavia non dovrebbero essere usati, a prescindere dalle dimensioni del taglio. Un taglio di potatura ben fatto, rimargina molto più rapidamente se lasciato scoperto.

Mito N° 5
Le branche devono essere tagliate rasenti al tronco per promuovere la chiusura della ferita ed evitare i marciumi.
Molti potatori non tengono in alcun conto dell’importanza del collare del ramo, che si trova al punto di innesto del ramo stesso sul tronco. Il collare_del_ramocollare è facilmente individuabile nel punto in cui il ramo (o branca) si inserisce nel ramo (o nella branca) genitore o nel fusto. In questo punto è visibile un rigonfiamento, a volte molto piccolo, che permette di individuare la linea di taglio del ramo.
Nel collare del ramo sono presenti le strutture biologiche che l’albero ha creato e che sono le barriere naturali per difendersi dall’aggressione dei patogeni.
Quando il taglio viene effettuato rasente il tronco, queste strutte biologiche vengono e la compartimentazione della ferita diventa difficile se non impossibile.

Mito n.6
La potatura drastica rende gli alberi sicuri
Molti proprietari di alberi (e anche molti amministratori pubblici) chiedono che il proprio albero venga potato drasticamente per renderlo “più sicuro”. La potatura drastica elimina una porzione di chioma tale da sconvolgere l’assetto generale di un albero ben sviluppato, interrompendo temporaneamente la facoltà di produrre sostanze nutritive e determinando una “crisi energetica” a svantaggio di funzioni vitali quali la difesa dalle aggressioni.pura_fantasia
La chioma di un albero è paragonabile ad un ombrello parasole capace di schermare le parti dell’albero dall’azione diretta dei raggi solari. Con l’eliminazione improvvisa di questo schermo, il tessuto della corteccia residuo è fortemente esposto alle scottature solari che possono ridurre in pessime condizioni l’albero e anche farlo morire.
I monconi presenti in un albero capitozzato formano il callo da ferita con difficoltà ed in tempi lunghi. La posizione apicale di queste ferite e le loro notevoli dimensioni ostacolano il buon funzionamento del sistema naturale di difesa dell’albero, che si basa su reazioni chimiche. I monconi sono facilmente attaccabili da insetti e parassiti, come pure dalle spore di funghi agenti di carie del legno che con il tempo possono essere causa dello schianto di singole ramificazioni o parti di chioma. Inoltre se un processo di carie fosse già in atto nel ramo, tale processo risulterà accelerato dall’ulteriore ferita.
Nel migliore dei casi, il legno di un nuovo ramo epicormico emesso su una parte capitozzata presenta un’attaccatura molto più debole di quella naturale. Se nella parte tagliata si origina un processo di decadimento del legno interno, la situazione tende a peggiorare in seguito allo sviluppo ed all’appesantimento dei ricacci che vi sono inseriti.
Gli alberi, dopo un intervento di potatura drastico, diventano più insicuri che prima dell’intervento! La potatura drastica non è mai un intervento di “messa in sicurezza” dell’albero!

Mito n.7
La potatura drastica rallenta la crescita dell’albero
capitozzatura_alberi_crescitaFrequentemente lo scopo di capitozzatura, cimatura e potatura drastica è il controllo della crescita in verticale di una pianta. Spesso però si ottiene l’effetto opposto: infatti i ricacci successivi (rami epicormici) sono nettamente più numerosi di quelli che si svilupperebbero in una situazione normale e crescono con grande rapidità, tanto da riportare in breve tempo l’albero alla grandezza precedente, con l’aggravante di una chioma più disordinata e meno sana.

Mito n.8
Rivolgersi ad un professionista per la potatura dei propri alberi costa di più che fare eseguire l’intervento ad aziende non qualificate
E’ opinione comune ma errata che la potatura corretta, eseguita da un Professionista, costa di più che un intervento eseguito da aziende improvvisate che operano senza cognizione di causa, eseguendo interventi di cimatura, riduzione drastica della chioma, capitozzatura.
Il costo economico della potatura errata dell’albero nel nostro giardino, lungo un viale o all’interno di un parco cittadino non si limita all’intervento in sé. Un intervento di potatura errato, ad esempio la cimatura o la riduzione arboricoltore_2drastica della chioma, può causare danni irreversibili, espone l’albero a gravi problemi fitosanitari e, quindi, lo rende meno sicuro.
Se l’albero potato drasticamente sopravvive, entro pochissimi anni occorrerà intervenire con una nuova potatura di contenimento della vegetazione. La possibilità che vento e neve provochino la rottura di rami è maggiore e sarà quindi necessario intervenire periodicamente per contenerli e rimuoverli per evitare i possibili danni. Se l’albero muore, dovrà essere abbattuto.
La potatura errata implica quindi una serie di costi di manutenzione decisamente maggiori rispetto ai costi di una corretta potatura. La capitozzatura danneggia gli alberi. Per un giardiniere, capitozzare con una motosega un albero è molto più facile che non eseguire una potatura a regola d’arte. Una capitozzatura può apparire economica a breve termine, tuttavia i costi a lungo termine tendono a moltiplicarsi. Il vero costo di una capitozzatura include: il deprezzamento dell’area e dell’albero, il costo di sostituzione in caso di morte, i danni ad arbusti o altri alberi nelle vicinanze per le mutate condizioni, il rischio di instabilità, l’aumento dei costi di manutenzione.
Affidarsi al primo giardiniere che suona alla tua porta può causare danni irreversibili ai tuoi alberi!

COME SCEGLIERE UN ARBORICOLTORE PER LA CURA DEI TUOI ALBERI
Richiedi sempre un curriculum professionale, verifica il percorso formativo e l’esperienza negli interventi di arboricoltura.
Richiedi sempre un preventivo che specifichi il lavoro che l’arboricoltore intende fare sull’albero.
Un’offerta bassa può essere un indicatore di una scarsa qualità del lavoro che verrà realizzato.

Nel confrontare preventivi diversi tieni conto della capacità tecnica ed organizzativa, della sicurezza e delle garanzie rispetto alla buona riuscita del lavoro.

E’ estremamente importante assicurarsi che l’arboricoltore/titolare attui tutte le norme in materia di sicurezza sul lavoro. Richiedi certificazioni, verifica che eventuali dipendenti siano regolarmente assicurati.
Accertati dell’esistenza di adeguata copertura assicurativa.
Se l’intervento dovrà essere eseguito mediante utilizzo della tecnica del tree climbing verifica che l’arboricoltore sia abilitato ai lavori su fune.

Scarica la guida ” Come scegliere un arboricoltore per la cura degli alberi

Cerchi un arboricoltore professionista per la cura dei tuoi alberi? Contattaci subito!

Per approfondire: La Gestione del verde urbano e rurale. Manuale di buone pratiche e suggerimenti. A cura di Mario Carminati.