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La Tignola defogliatrice dell’Ippocastano (Cameraria ohridella): un nuovo flagello in Europa centrale

14ott2007

L’ipoccastano (Aesculus hippocastanum) è uno degli alberi ornamentali più comuni dell’Europa centrale. Sebbene sia stato introdotto solamente 400 anni fa dal sud-est dell’Europa, oggi a Vienna e dintorni crescono almeno 20.000 ippocastani. L’ippocastano era una specie arborea con poche malattie (ad esempio Guignardia aesculi, fungo Ascomicete) finché non è stata importata, in un primo momento in Macedonia e successivamente in Europa centrale, la Tignola defogliatrice Cameraria ohridella. In questo lavoro vengono esposti l’origine, la biologia, il danno, le dinamiche della popolazione, i fattori naturali di limitazione, l’impatto economico, le scelte di gestione ed il controllo della Cameraria ohridella.Nel 1984 presso il lago Ohrid, in Macedonia, venivano riferiti gravi danni all’Ippocastano da parte di una tignola defogliatrice sconosciuta (Simova-Tosic e Filev, 1985): più tardi questa venne descritta come Cameraria ohridella (Lepidotteri Litoccolletidi, fig. 1) (Deschka e Dimic, 1986). Nel 1989, solo 5 anni dopo, la tignola defogliatrice è stata segnalata a circa 100 km (620 miglia) a Nord, nell’Austria centrale (Puchberger, 1995) ed anche a Zagabria, in Croazia (Maceljski e Berti’c, 1992). Nel 1992 vennero osservate proliferazioni in massa di tignole defogliatrici dell’ippocastano nei pressi dell’areale d’introduzione. Da allora il flagello è andato diffondendosi da un parte all’altra dell’Austria, raggiungendo l’Ungheria (Szaboky, 1997), la Germania (Butin e Führer, 1994) e la Repubblica Ceca nel 1993 (Liska, 1997) e la Slovacchia (Sivicek et al., 1997) nel 1994.

Origine
Resta ancora da chiarire l’origine della tignola defogliatrice dell’ippocastano. Davis (in Pschorn-Walcher, 1997) è arrivato alla conclusione che C. ohridella è del tutto differente dalle altre specie di Cameraria conosciute in America. Pertanto la tignola è da considerare con molta probabilità una specie sopravvissuta di Cameraria (in Pschorn-Walcher, 1994). Peraltro, dal momento che Cameraria ohridella è una specie monofaga, praticamente tutti i generi spontanei di Aesculus (in tutto il mondo se ne conoscono 16 specie) ne potrebbero essere l’origine. Deschka (1993) elenca 13 piante diverse sensibili alla Cameraria.

Biologia e danni di Cameraria ohridella
Lo sfarfallamento della tignola e l’ovoposizione hanno inizio nella zone più calde dell’Austria tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, in relazione alle condizioni del tempo. Le uova sono deposte singolarmente sulla superficie superiore delle foglie di Aesculus, di solito tra le nervature. Dopo due o tre settimane si possono osservare le prime piccole mine a forma di virgola. Le larve e le gallerie fogliari crescono regolarmente per 4 o 5 settimane, fino a diventare mine di colore marrone chiaro di 3-4 cm di lunghezza. Le larve s’impupano ed emergono da 2 a 3 settimane dopo; questa generazione vive un periodo variabile da 7 a 10 settimane. Nelle regioni a clima più caldo, in condizioni di tempo ottimale, sono possibili fino a 3 generazioni l’anno. La terza generazione sverna solitamente allo stadio di crisalide, nascosta negli strati più superficiali del terreno. Le giovani larve vivono nel parenchima a palizzata nutrendosi di linfa, mentre gli stadi larvali più vecchi (3° stadio) scavano tra le nervature fogliari.

Il danno principale è dato dalle larve che si nutrono delle foglie di Aesculus hippocastanum (figura 4). Sulle foglie dell’ibrido d’ippocastano a fioritura rossa (Aesculus carnea = ibrido di A. pavia e A. hippocastanum) si è notato un danno fogliare molto meno esteso. Come conseguenza dell’attività d’erosione, a partire dalla fine di Giugno le foglie iniziano ad ingiallire e ad imbrunire. Si possono arrivare a contare fino a 200 mine per foglia. La prima generazione di C. ohridella si nutre principalmente delle parti basse della chioma mentre la seconda si nutre prevalentemente della parte superiore. In caso di attacchi gravi, verso la fine di luglio si può verificare la completa defogliazione, senza che rimangano foglie per l’ovoposizione. In alcuni casi l’ippocastano rifiorisce a settembre, con lo spuntare di nuove foglie. Di conseguenza non si avrà la 3^ generazione. Occasionalmente, in mancanza di foglie d’ippocastano, si verificano attacchi ad Acer pseudoplatanus (Krehan, 1995 e fig. 5). Sull’acero montano, fino ad oggi non si è ancora riscontrato uno sviluppo completo (dall’uovo allo sfarfallamento dell‘adulto) di C. ohridella.

La dinamica delle popolazione
Nel 1996, in Europa centrale sono stati danneggiati dalla tignola defogliatrice oltre 250.000 km², e l’area d’infestazione è fortemente aumentata. L’areale d’espansione si sviluppa più rapidamente in direzione est.

Fattori di limitazione naturali
Comunemente, il più importante fattore di mortalità naturale è la concorrenza intraspecifica per lo spazio ed il nutrimento nelle foglie. Le prime indagini sul parassitismo della Cameraria ohridella hanno evidenziato una bassa incidenza del fenomeno in Europa (Deschka e Dimic, 1986; Krehan, 1995; Stolz, 1997). La maturazione delle uova può essere ritardata da condizioni meteorologiche sfavorevoli ma il tasso di mortalità allo stadio larvale è molto basso (tra il 3 ed il 55 % nella 2^ e nella 3^ generazione – tabella 1). Dal momento che i bozzoli rimangono all’interno delle foglie cadute, le crisalidi svernanti sono ben protette contro la disidratazione invernale.

Impatto economico
Gl’ippocastani sono alberi ornamentali molto importanti in Europa. Per questo motivo gli arboricoltori si sforzano con impegno per conservare gli alberi in salute ed esenti da patogeni. C’è preoccupazione per il fatto che la maggior parte degli alberi di Aesculus hippocastanum potrebbero deperire a causa dei gravi e ripetuti attacchi di C. ohridella. Fortunatamente nessun ippocastano è morto in 3 o 4 anni d’infestazione. Peraltro la perdita precoce delle foglie esaurisce le riserve d’amido ed aumenta la predisposizione verso altre dannose interferenze ambientali e malattie.

Opzioni gestionali e controllo
La rimozione ed il compostaggio delle foglie morte è una prassi comune per il controllo, dal momento che Cameraria ohridella sverna allo stadio di crisalide nelle foglie cadute e in decomposizione a terra. Osservazioni di campo a Vienna hanno dimostrato che queste misure riducono la popolazione primaverile delle tignole (Marx, 1997). Si può effettuare la soppressione dello stadio larvale del patogeno spruzzando inibitori della sintesi della chitina (quali ad esempio Dimilin a base di diflubenzuron 0,04 % p.a. o Alsystin a base di triflumuron allo 0,04 % p.a. – Blümel e Hausdorf, 1997; Krehan, 1997). L’applicazione andrebbe eseguita immediatamente prima o durante l’ovodeposizione, come è stato dimostrato per altri insetti minatori fogliari. (Marion et al., 1990). Gli spray locali non trovano applicazione quando le larve hanno già iniziato a formare le mine all’interno delle foglie perché il Dimilin e l’Alsystin non hanno effetto sistemico e non possono controllare le larve all’interno. Data la persistenza di questi composti è sufficiente un’applicazione all’anno. Sperimentazioni preliminari con iniezioni all’albero impiegando nuovi insetticidi sistemici (acetamiprid e imidacloprid) hanno dimostrato di effettuare un buon controllo quando l’insetticida è trasportato dai vasi dell’albero in tutte le parti della chioma nelle quantità e nelle concentrazioni corrette. Se il dosaggio è eccessivo, le foglie presentano sintomi d’avvizzimento, specialmente nella parte superiore della chioma in cui la traslocazione degli insetticidi è più intensa. Prove di campo con iniezioni di Acecap (Orthene) non hanno avuto successo nel controllo di Cameraria (Krehan, 1997).

Sfortunatamente le pratiche colturali sono costose e non così efficaci così come gli insetticidi sintetici, e i trattamenti chimici non sono popolari. Inoltre, i metodi di controllo colturali offrono solamente soluzioni temporanee. I futuri protocolli di difesa dovranno indirizzarsi verso il controllo biologico classico, che si realizza importando specifici nemici naturali del patogeno dalle sue regioni d’origine.

I più importanti nemici naturali del minatore fogliare sono parassitoidi. In media, i minatori fogliari soffrono il parassitismo più di ogni altro gruppo di insetti (Hawkins, 1994). Il basso tasso di parassitismo di Cameraria ohridella nell’Europa centrale ed in Macedonia indica che la tignola defogliatrice dell’ippocastano potrebbe aver avuto origine da un’altra parte del mondo. Nella sua regione d’origine, è molto probabile sia controllata da un complesso di parassitoidi e pertanto non si sviluppa mai in maniera grave. Il controllo biologico tradizionale cerca di selezionare i maggiori nemici naturali all’interno del complesso e di introdurre queste specie attraverso una severa procedura di quarantena. Una volta introdotto ed ambientato, il nemico naturale esercita un controllo durevole del patogeno, richiedendo solo interventi occasionali. Esistono molti precedenti di successo nella lotta biologica di patogeni defogliatori esotici.

Conclusioni
La tignola defogliatrice dell’ippocastano è stata introdotta in Macedonia e nell’Europa centrale in anni recenti. Non è chiara la sua origine. Cameraria ohridella è un insetto monofago che colpisce solamente Aesculus hippocastanum. L’attività di nutrizione delle larve provoca lo scolorimento delle foglie e la loro filloptosi anticipata in luglio o agosto. L’applicazione di Dimilin o analoghi prodotti chimici immediatamente prima dell’ovodeposizione consente di ottenere buoni risultati nel controllo ma dovrebbe essere attivato in futuro il tradizionale controllo biologico con l’importazione di nemici naturali.

di Christian Tomiczek e Hannes Kreha

tratto da Journal of Arboriculture, vol. 24, n° 3, maggio 1998

(traduzione dall’inglese: Mussia Ovanessian; adattamento: Paolo Alleva